Arrivo alla fermata dell'autobus. Il caldo che si muore, non c'è un minimo spostamento d'aria che possa portare sollievo. Sole, afa e sole.
Lui è lì, buttato su un gradino, all'ombra. Io lo guardo, lui alza gli occhi: sono verde chiarissimo, grandi e profondi. Il suo petto si alza e si abbassa piano, respirando. Mi scruta, ma con gli occhi semichiusi.
Continuiamo a guardarci ancora un po', poi decido di prendere la parola.
"Ciao" gli faccio, allargando un sorriso.
Lui tentenna un po' prima di rispondere.
Poi guardandomi negli occhi mi fa: "Miao"
Poi guardandomi negli occhi mi fa: "Miao"
"Fa caldo, vero?"
"Meow"
"Io sto aspettando l'autobus... Tu stavi dormendo?"
"Miao"
"Ok, ok! Continua pure a dormire...."
Si attorciglia nella sua coda e si rimette a poltrire.
L'uomo che sussurrava ai gatti...
Ecco, questa è stata l'unica parentesi divertente della giornata.
Per fortuna non c'era nessuno accanto a me, sennò mi avrebbero sbattuto in una clinica psichiatrica.
E forse sarebbe stato meglio, dato tutto quello che mi è successo dopo...
Sull'autobus avevo l'aria condizionata sparata sopra di me per tutto il viaggio: mi sembrava di essere in una cella frigorifera di macelleria. Ad un certo punto mi è sembrato di vedere anche un quarto di bue attaccato allo specchietto, ma sarà stata un allucinazione...
Sceso dall'autobus, mi è venuto uno scompenso termico perchè a Palermo si crepava dal caldo, non solo fuori ma anche dentro casa.
Pranzo interpretando in maniera impeccabile la parte de "Le cascate del Niagara": un ruolo da Oscar!
Alle 15 vado al conservatorio perchè dovevo avere una lezione extra di pianoforte, aspetto fino a 'e un quarto' nella stanza invasa dal sole, ma il professore non si presenta. Lo chiamo e lui, con tutta la calma del mondo, mi dice: "Sei in conservatorio? Oh, me lo sono scordato! Ci vediamo Lunedì"
Odiando con tutto il cuore questa persona e il mondo intero, torno a casa, grondando sudore per la calura che c'è.
Poi vado alla fermata del bus, ma il pullman non passa.
Vado in biglietteria e mi dicono che la corsa che stavo aspettando è stata tolta per il periodo estivo.
Cercando di raccogliere tutta la calma che mi è rimasta, sto per chiedergli se ci sono posti nella corsa di dopo, ma lui mi anticipa: "La corsa successiva è tutta piena. Puoi prendere quella ancora dopo"
Biascico un grazie, stringendomi le labbra per non mettermi a gridare come un dannato.
Ritorno a casa e scrivo questo post con tutto il nervosismo che ho in corpo, consapevole che ho anche perso un'intera giornata di studio e che Martedì ho l'esame.
Morale della favola: quando la sfiga colpisce, non lo fa una volta sola...
Il mio periodo sfigato continua...
PS: Per ora sono ostaggio di Storia della Musica: completamente suo succube e prigioniero. Ma mi ha detto (la Storia della Musica... sempre lei è il soggetto -.-") che, appena farò l'esame, tornerò libero. Pregate per me...
"Ok, ok! Continua pure a dormire...."
Si attorciglia nella sua coda e si rimette a poltrire.
L'uomo che sussurrava ai gatti...
Ecco, questa è stata l'unica parentesi divertente della giornata.
Per fortuna non c'era nessuno accanto a me, sennò mi avrebbero sbattuto in una clinica psichiatrica.
E forse sarebbe stato meglio, dato tutto quello che mi è successo dopo...
Sull'autobus avevo l'aria condizionata sparata sopra di me per tutto il viaggio: mi sembrava di essere in una cella frigorifera di macelleria. Ad un certo punto mi è sembrato di vedere anche un quarto di bue attaccato allo specchietto, ma sarà stata un allucinazione...
Sceso dall'autobus, mi è venuto uno scompenso termico perchè a Palermo si crepava dal caldo, non solo fuori ma anche dentro casa.
Pranzo interpretando in maniera impeccabile la parte de "Le cascate del Niagara": un ruolo da Oscar!
Alle 15 vado al conservatorio perchè dovevo avere una lezione extra di pianoforte, aspetto fino a 'e un quarto' nella stanza invasa dal sole, ma il professore non si presenta. Lo chiamo e lui, con tutta la calma del mondo, mi dice: "Sei in conservatorio? Oh, me lo sono scordato! Ci vediamo Lunedì"
Odiando con tutto il cuore questa persona e il mondo intero, torno a casa, grondando sudore per la calura che c'è.
Poi vado alla fermata del bus, ma il pullman non passa.
Vado in biglietteria e mi dicono che la corsa che stavo aspettando è stata tolta per il periodo estivo.
Cercando di raccogliere tutta la calma che mi è rimasta, sto per chiedergli se ci sono posti nella corsa di dopo, ma lui mi anticipa: "La corsa successiva è tutta piena. Puoi prendere quella ancora dopo"
Biascico un grazie, stringendomi le labbra per non mettermi a gridare come un dannato.
Ritorno a casa e scrivo questo post con tutto il nervosismo che ho in corpo, consapevole che ho anche perso un'intera giornata di studio e che Martedì ho l'esame.
Morale della favola: quando la sfiga colpisce, non lo fa una volta sola...
Il mio periodo sfigato continua...
PS: Per ora sono ostaggio di Storia della Musica: completamente suo succube e prigioniero. Ma mi ha detto (la Storia della Musica... sempre lei è il soggetto -.-") che, appena farò l'esame, tornerò libero. Pregate per me...