Lacrime... l'angoscia che si è formata attorno al cuore, sullo stomaco... un pianto che è sbucato fuori all'improvviso, senza sapere il perchè... So solo che è nata dentro di me una gran voglia di piangere, di singhiozzare in modo da far uscire tutto fuori.
Tutto quello che mi aveva fatto paura, che mi aveva intristito, che mi aveva ferito. Il sentirmi improvvisamente solo. L'essere turbato da un mix d'eventi avvenuti nel giro di mezz'ora. L'essere smarrito. Quanto è cambiata la mia vita in quest'ultimi tempi? Tantissimo. Si sono aperti nuovi scenari, si sono perse vecchie certezze. Nuove persone, nuovi progetti, nuovi desideri. E io. Io che sono cambiato, ho fatto nuove esperienze, sogno nuove cose. Mi si presentano nuove possibilità, mi si prospettano nuove prove. Saprò riconoscere la mia vita tra un po'? Saprò riconoscere me stesso? E le persone intorno a me, che spesso non comprendono il mio cambiamento. E il non poterglielo spiegare. Non saper trovare le parole. Non saper trovare le motivazioni. Non saper giustificare il mio "strano" comportamento. Che poi è giusto il mio comportamento? Sto facendo le scelte giuste? Sono sulla strada giusta? E loro? Sapranno riconoscermi? O sarà già troppo tardi? E il sentirsi responsabile di tante cose, non solo della propria serenità ma anche di quella degli altri. E il non sapere cosa fare, come comportarsi. E la frustrazione di non capire. Non capire l'altro e non capire sè stessi. Non saper essere più convincente, o più sicuro, o più disinvolto, o più tranquillo, o più coraggioso. Essere così e sentire di essere sbagliati. O che gli altri sono sbagliati. O che il mondo è sbagliato. O forse sono solo io.
E se invece non sto cambiando affatto? Se il futuro che mi immagino me lo sto costruendo con la stessa materia dei sogni? Forse mi sto solo illudendo. Penso che basti così poco per trovare la felicità e invece... Forse non succederà proprio un bel niente, e tutto resterà come sempre, nel solito grigio. Un eterno grigio che perpetuamente aspira a diventare colore senza riuscirci. E questo Natale sarà come gli altri Natali, quest'anno come gli altri anni, e non accadrà niente di nuovo. Solo le solite ansie, le solite paure, i soliti fallimenti, le solite aspirazioni, i soliti desideri non realizzati.
E piango... lacrime su lacrime... e senza capire il perchè. Forse perchè sono troppi i perchè. E troppo confusi, troppo intrecciati, troppo sottili, troppo fumosi, troppo pesanti, troppo presenti, troppo assurdi, come tutto quello che sto scrivendo.
Assurdi come le lacrime che sono arrivate e che non si sono fermate. Anzi, io non le ho voluto fermare. Le ho fatte passare, uscire, sgorgare, scorrere... forse guardando il mondo con gli occhi appannati riuscirò a capire meglio... forse... o forse mi ritroverò ancora più cieco.
Però sento che queste lacrime mi fanno bene. Meglio piangere che tenere tutto dentro. Il Caos dentro di me deve trovare un via stretta per uscire, in modo da organizzarsi in pensieri. E quale via è più stretta e più adatta di un condotto lacrimale? Quale forma migliore di un'acquosa sfera che nasce dai nostri occhi?
Lacrime... Questo martedì notte è stato di lacrime, seduto sul letto, con una valigia mezza fatta, con il freddo nella pelle, la luce accesa, la casa silenziosa, uno zaino stracolmo, una sveglia puntata presto, un fazzoletto nella mano...